mercoledì 29 ottobre 2014

LA STORIA DI UN MATRIMONIO di A. S. Greer

Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie. E li conosciamo davvero, anzi a volte siamo loro: a una festa, divisi in mezzo alla gente, ci troviamo a esprimere le loro opinioni, i loro gusti in fatto di libri e cucina, a raccontare episodi che non sono nostri, ma loro. Li osserviamo quando parlano e quando guidano, notiamo come si vestono e come intingono una zolletta nel caffè e la guardano mentre da bianca diventa marrone, per poi, soddisfatti, lasciarla cadere nella tazza. Io osservavo la zolletta di mio marito tutte le mattine: ero una moglie attenta.


Adelphi, genn. 2011
trad.  G. Oneto

sabato 25 ottobre 2014

IL GRANDE CIRCO DELLE IDEE di M. Bencnaan (2014)

E' uno di quei giorni di festa nazionale. I cittadini dormono nei loro letti fino a tardi, le guance rosee. Con i primi barlumi di coscienza pianificheranno il percorso verso la delizia: un barbecue nel grembo della natura.
Una sottile linea d'oro si traccia lontano nei cieli d'occidente, diventa una morbida fascia disegnata sopra l'orizzonte dell'acqua. Avanza velocemente verso la riva e si ispessisce in una rozza pennellata. L'universo di particelle che la compongono affretta il ritmo delle proprie oscillazioni. Con lo spuntare del giorno striscia sulla terraferma come un'orda di minuscoli granchi.


Giuntina, 2014
trad. di A. L. Callow

giovedì 30 gennaio 2014

ALFABETO POLI a.c. di L. Scarlini

AGGETTIVI
Me ne hanno dati tanti di aggettivi che non ne ascolto quasi più. Ogni generazione ha i suoi: un tempo mi dicevano di punta, di rottura, che forse sotto sotto voleva dire anche di palle. O di avanguardia e allora mi venivano in mente gli avanguardisti balilla. Mi piace ancora oggi la definizione che inventò Camilla Cederna: "il professorino che canta".



TUTTALPIU' MUOIO di F. Timi e Albinati

Nasco come tutti dalla mamma, come tutti a sette mesi dopo che la mamma per sbaglio si versa dell'acqua bollente sul pancione.
Neppure la pancia della mamma era un posto sicuro. Nasco terrorizzato.
Stavo nel mio bel mondo, nella pancia della mamma, quel mondo perfetto, dove io solo ci stavo, tranquillo a vivere e galleggiare, con il calore di un corpo tutto intorno e come cielo carne, la volta celeste era un immenso corpo che mi portava a spasso.


Fandango, ed. 2012

lunedì 20 gennaio 2014

FARE UN FILM di F. Fellini

Specialmente quando mi portano nella sala radiologica, mi sento un oggetto, una cosa. La sala, con le sue luci fredde, pare Mauthausen, oppure una sala di missaggio. Mi lasciano seminudo nella carrozzella; di là dai vetri i medici in camice bianco parlano di me, fumano, mi indicano tra loro con gesti che vedo e parole che non sento. I parenti degli altri malati mi passano accanto, nel corridoio, mi guardano seminudo: guardano l'oggetto.


Einaudi, ed. 1993