lunedì 26 marzo 2012

CHE COS'E' UN BAMBINO? di B. Alemagna

Un bambino è una persona piccola. E' piccolo solo per un po', poi diventa grande.
Cresce senza neanche farci caso.
Piano piano e in silenzio, il suo corpo si allunga.
Un bambino non è un bambino per sempre.
Un bel giorno cambia.

I bambini hanno fretta di diventare grandi.
Alcuni bambini crescono, sembrano felici e pensano: "Che bello essere grandi, essere liberi, decidere tutto da soli!"
Altri bambini, diventati adulti, pensano esattamente il contrario: "Che fatica essere grandi, essere liberi, decidere tutto da soli!".



IL FILO DELL'ORIZZONTE di A.Tabucchi

In Memoria

Per aprire i cassetti bisogna girare la maniglia a leva, premendo. Allora la molla si sgancia, il meccanismo scatta con un lieve clic metallico, si mettono automaticamente in movimento i cuscinetti a sfera, i cassetti sono leggermente inclinati e scorrono da soli su piccole rotaie. Prima appaiono i piedi, poi il ventre, poi il tronco, poi la testa del cadavere.



UN BAULE PIENO DI GENTE - Scritti su Fernando Pessoa di A. Tabucchi

In memoria.

C'è, subito, qualcosa di eccessivo nella biografia di questo portoghese che col passare degli anni rischia di diventare uno dei più importanti poeti del Novecento: qualcosa di troppo eccessivo per non isospettire, anzi allarmare chi si metta sulle sue tracce. E' un eccesso per difetto; è la totale mancanza di indizi o, se si vuole, l'evidenza fatta paradigma, l'alibi perfetto: qualcosa che fa pensare al nascondiglio nell'ostentazione della lettera rubata di Poe che nella fattispecie significa un eccesso di anonimato, una quintessenza di banalità.



mercoledì 14 marzo 2012

IL PICCOLO PRINCIPE di A. De Saint-Exupery

Queste sono le prime dieci righe di Lisa:

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. 
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. 
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. 
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”. 
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. 
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. 
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. 
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” . 
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. 
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. 
Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. 
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. 
Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. 
Fu cosi’ che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore. 
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato. 
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. 





domenica 11 marzo 2012

COSI' E' LA VITA di C. De Gregorio

Queste sono le prime dieci righe di Annalisa:



Le cose migliori che mi sono successe negli ultimi tre anni sono state a un funerale. Incontri, viaggi, emozioni, sorprese scoperte e allegrie, riso nel pianto e luce nel lutto. Ho ritrovato amici e amori, ho sentito cantare bambini muti e ragazzi sordi suonare il violoncello, ho scoperto semi di albero preziosi come l’oro. Ho visto gente fidanzarsi, bambini parlare da filosofi. Mi sono sempre chiesta, ogni volta, perchè non avessi portato la telecamera. Perchè mai non si filmano i funerali che sono l'unico momento della vita dove davvero si ricompone la vita intera: si incontrano su un prato o su un sagrato le mille tessere dell'esistenza, epoche diverse e sconosciute tra loro, la maestra delle elementari e l'ultimo collega, quello che "da ragazzi siamo stati insieme in campeggio all'Elba" e il capufficio, l'amica della nonna, la figlia dell'amica, l'amante, gli amanti le mogli e i mariti, generazioni di allievi e colleghi, il primo amore e l'ultimo, gli amici perduti e i nemici pentiti.


Einaudi, 2011




IL MARITO IN COLLEGIO di G. Guareschi

Queste sono le prime dieci righe di Flavia:


Ci fu a suo tempo, chi fece notare al signor Saffo Madellis che i casi erano due: o egli aveva sbagliato nome, o aveva sbagliato sesso. Non si sa che cosa rispondesse il nostro gentiluomo: è peraltro certo che il signor Saffo Madellis riuscì a trovare una Leonida Foulard, nobilissima fanciulla, e la sposò ristabilendo in un certo senso l'equilibrio.



BUR, 2011

IL MONDO DI SOFIA di J. Gaarder

Queste sono le prime dieci righe di silena:

Sofia Amundsen stava tornando da scuola. Aveva percorso il primo tratto di strada insiene a Jorunn e avevano parlato di robot. Secondo Jorunn, il cervello degli esseri umani era paragonabile a un computer assai sofisticato: Sofia però non era molto d'accordo. Un uomo doveva essere qualcosa di più di una semplice macchina.
Si erano separate davanti al grande centro commerciale. Sofia abitava ai margini di un'ampia zona residenziale formata da villette e la strada che doveva fare per andare a scuola era due volte quella di Jorunn.




Longanesi, ed. 2000

venerdì 9 marzo 2012

DIARIO NOTTURNO di E. Flaiano (1956)

Per la verità, non amo molto viaggiare. Tutti i miei viaggi li ho affrontati malvolentieri, la realtà dei nuovi paesi equivale quella dei vecchi. Le città mai viste, arrivandoci, mi preoccupano anzi come vere e proprie persone che bisogna prima attentamente conoscere se non si vuol correre il rischio di legarvisi con un'amicizia inutile e precipitosa. Il traffico, gli abitanti, certe frasi che si colgono al volo, le risposte del garzone del buffet, le sfumature del nuovo dialetto (...).


Adelphi, ed. 2011

mercoledì 7 marzo 2012

LA MISURA DELL'ANIMA - Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici - di R. Wilkinson e K. Pickett (2009)

Nelle società moderne si osserva uno straordinario paradosso pur avendo raggiunto l'apice del progresso tecnico e materiale dell'umanità, siamo affetti da ansia, portati alla depressione, preoccupati di come ci vedono gli altri, insicuri delle nostre amicizie, spinti a consumare in continuazione e privi di una vita in comunità degna di questo nome. In assenza del contatto sociale rilassato e della gratificazione emotiva di cui abbiamo bisogno, cerchiamo conforto negli eccessi alimentari, nello shopping e negli acquisti ossessivi, oppure ci lasciamo andare all'abuso di alcol, psicofarmaci e sostanze stupefacenti.


trad. di A. Oliveri

martedì 6 marzo 2012

IL POSTO CHE CERCAVO di N. Sparks

Queste sono le prime dieci righe di Dolce Candy:


Seduto tra il pubblico nello studio televisivo, Jeremy Marsh non riusciva a fare a meno di sentirsi insolitamente vistoso. C'erano solo altri cinque o sei uomini in platea in quel pomeriggio di metà dicembre. Si era vestito di nero, ovviamente. E con i capelli scuri ondulati, gli occhi azzurri, appena un'ombra di barba, aveva decisamente l'aria del vero newyorchese qual era. Mentre studiava l'ospite sul palcoscenico, non mancò di lanciare un'occhiata furtiva alla bionda che si trovava tre file davanti a lui.




lunedì 5 marzo 2012

CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO di D. Grossman

Queste sono le prime dieci righe di singlemama:


3 aprile

Myriam,
tu non mi conosci e, quando ti scrivo , sembra anche a me di non conoscermi. A dire il vero ho cercato di non scrivere, sono già due giorni che ci provo, ma adesso mi sono arreso.
Ti ho vista l'altro ieri al raduno del liceo. Tu non mi hai notato, stavo in disparte, forse non potevi vedermi. Qualcuno ha pronunciato il tuo nome e alcuni ragazzi ti hanno chiamato "professoressa". Eri con un uomo alto, probabilmente tuo marito. È tutto quello che so di te ed è forse già troppo. Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita.


Mondadori, 2007

sabato 3 marzo 2012

RGVEDA. LE STROFE DELLA SAPIENZA a.c. di S. Sani

Queste sono le prime dieci righe di Parlare con i bambini:



Allora non c’era nè ciò che è nè ciò che non è.
Non c’era lo spazio nè la volta celeste che gli sta sopra. Che cosa si andava muovendo? Dove? Sotto la protezione di che cosa? Vi era l’acqua, l’impenetrabile abisso?
Non c’era la morte, allora, nè l’immortalità.
Non c’era distinzione del giorno e della notte. In principio vi era solo tenebra nascosta dalla tenebra. Acqua indistinta era tutto questo universo.
In principio fu il desiderio che si mosse, il desiderio che fu il primo atto fecondante della mente.
Il legame tra Ciò-che-è con Ciò-che-non-è lo trovarono nel loro cuore i poeti.


Marsillio, 2000


NON AVEVO CAPITO NIENTE di D. De Silva

Le prime dieci righe di Valeria e Marco, ovvero i Filibustieri:



Perché si va a passeggio alla fine di un amore:
a) Perché non si riesce a stare fermi.
b) Per fare capa e muro con la realtà senza stare a perdere tempo.
c) Per andare a comprare una camicia, un accendigas, o qualsiasi altro oggetto che al momento non serva.
d) Perché con le lenti nuove è meglio abituarsi a vedere subito.
e) Per innamorarsi.
f) Per commiserarsi.
g) Perché, visto che a soffrire devi soffrire, almeno non ti fai venire a prendere a casa (a me, lo sconforto mi ha trovato in un centro commerciale, mentre guardavo il prezzo di un televisore a cristalli liquidi).


Einaudi, 2007



IL PANE DI IERI di E. Bianchi

Ecco le prime dieci righe di unamamma... ungirasole:



Sarà perché sono ormai entrato nell'anzianità, età in cui le radici che continuano a dar linfa all'albero rigoglioso fanno sentire la loro funzione di ancoraggio alla terra per ciò che dell'albero appare; 
sarà per il bisogno  di ripensare la sapienza che si crede di avere acquisito nella vita, o forse semplicemente per il ricordo della fatica di vivere; ma sta di fatto che sovente rivado alla mia vita 
nel Monferrato negli anni del dopoguerra. Alla vita di quel piccolo paese di settecento anime (così si diceva allora) in cui sono cresciuto e sono stato educato, in mezzo a contadini e a gente semplice di campagna.


Einaudi, 2008