martedì 28 febbraio 2012

OSCAR E LA DAMA IN ROSA di E. E. Schmitt

Queste sono le prime dieci righe di Cri:



Caro Dio,
mi chiamo Oscar, ho dieci anni, ho appiccato il
fuoco al gatto, al cane, alla casa (credo persino di
aver arrostito i pesci rossi) ed è la prima lettera
che ti mando perché finora, a causa dei miei
studi, non ho avuto tempo.
Ti avverto subito: detesto scrivere. Bisogna
davvero che ci sia obbligato. Perchè scrivere è soltanto
una bugia che abbellisce la realtà. Una cosa
da adulti.


Bur, 2005

LE CENERI DI ANGELA di F. McCourt

Queste sono le prime dieci righe di LaNinin e di SuSter:


Era meglio se i miei restavano a New York dove si erano conosciuti e sposati e dove sono nato io. Invece se ne tornarono in Irlanda che io avevo quattro anni, mio fratello Malachy tre, i gemelli Oliver e Eugene appena uno e mia sorella Margaret era già morta e sepolta.
Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice e cattolica è peggio ancora.


Adelphi, 2008

EVA LUNA di I. Allende

Queste sono le prime dieci righe di Silvia:


Mi chiamo Eva, che vuole dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha reso malinconica, perchè sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria. Mio padre, un indiano dagli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa. Consuelo, mia madre, aveva trascorso l'infanzia in una regione incantata (...).






lunedì 27 febbraio 2012

CENT'ANNI DI SOLITUDINE di G. Garcìa Màrquez

Queste sono le prime dieci righe di Rory:


Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.  Tutti gli anni, verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. 




Mondadori, 1982

IL PIACERE di G. D'Annunzio

Queste sono le prime dieci righe di Vanillina:



L'anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la piazza Barberini, su la piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorio confuso e continuo, salendo alla Trinità de' Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato.
Le stanze andavansi empiendo a poco a poco del profumo ch'esalavan ne' vasi i fiori freschi.




Mondadori, 1965





DEMOCRAZIA E ISTRUZIONE di N. Chomsky (2004)

Negli ultimi 25 anni si è verificato un attacco generalizzato a solidarietà, democrazia, stato sociale, e ad ogni cosa che interferisse col potere privato, e ci sono molti obiettivi nei confronti dei quali tutto ciò è già stato realizzato. Uno di questi è senza alcun dubbio il sistema educativo. Infatti, già un paio di anni fa le grandi firme di investitori, come Lehman Brothers, e così via, circondarono di brochures i loro clienti dicendogli: "Guardi, abbiamo preso in consegna il sistema sanitario, quello carcerario, il prossimo obiettivo è il sistema educativo. Se lo privatizzeremo, faremo un sacco di soldi."


EDUP, 2005

martedì 21 febbraio 2012

C'E' POSTO PER TUTTI di M. Caccia (2011)







REVOLUTIONARY ROAD di R. Yates

Queste sono le prime dieci righe di Ale:


L'ultima eco della prova generale si spense, e gli attori della Compagnia dell'Alloro si ritrovarono senza altro da fare che starsene lì, silenziosi e smarriti, a guardare oltre le luci della ribalta verso una platea deserta, battendo le palpebre; osavano appena respirare, mentre la figura tozza e solenne del regista emergeva tra le nude sedie per raggiungerli sul palcoscenico e dalle quinte tirava fuori, trascinandola rumorosamente, una scale doppia, vi saliva fino a metà, e da qui si voltava e gli diceva, raschiandosi più volte la gola, che erano tipi maledettamente in gamba e che era proprio un piacere lavorarci assieme.








IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI di V. Diffenbaugh

Queste sono le prime dieci righe di mommymarty:


Erano otto anni che sognavo il fuoco. Gli alberi si incendiavano al mio passaggio, l'oceano bruciava. Mentre dormivo, il fumo dolciastro mi avvolgeva i capelli e il suo aroma si depositava come una nuvola sul cuscino quando mi alzavo. Tuttavia, appena il materasso cominciò a scottare balzai giù dal letto. L'odore penetrante della combustione non assomigliava affatto al tenue sentore dei miei sogni. Erano diversi come il gelsomino indiano e quello della Carolina: unione e separazione. Impossibile confonderli.



Garzanti, 2011

UOMINI CHE ODIANO LE DONNE di S. Larsson

Queste sono le prime dieci righe di Pupottina:


"Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivò, aprì il pacchetto e lo liberò della carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pensionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljan. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano anche nati nello stesso giorno - fatto che in quel contesto poteva essere considerato una sorta di ironia. Il commissario, che sapeva che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta delle undici, nell'attesa stava bevendo un caffè. Quest'anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.
"E' arrivato."
"Cos'è questa volta?"


trad. C. Giorgietti Cima

sabato 18 febbraio 2012

LEZIONI AMERICANE di I. Calvino (1988)

Dedicherò la prima conferenza all'opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso di avere più cose da dire.
Dopo quarant'anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l'ora che io cerchi una definizione complessiva del mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città (...).


Garzanti, 1993


venerdì 17 febbraio 2012

IL POTERE DELLA MARCA di V. Codeluppi (2001)

Il Festival di Sanremo, la più importante trasmissione televisiva italiana, un gigante capace di accumulare in cinque giorni circa 80 milioni di contatti con altrettanti individui, è da tempo un enorme "megaspot" pubblicitario. L'edizione 2001 l'ha clamorosamente confermato. Un'unica azienda - Omnitel - non soltanto ha infarcito di spot e di telepromozioni la trasmissione, ma è riuscita ad avere la continua presenza sul palco della sua testimonial Megan Gale, una "bellona" priva di capacità professionali, ma, appunto, icona pubblicitaria che tale azienda ha imposto in questi anni ai consumatori.



LA MOGLIE DELL'UOMO CHE VIAGGIAVA NEL TEMPO di A. Niffenegger

Queste sono le prime dieci righe di Laura:


Sabato, 26 Ottobre 1991 (Henry ha 28 anni, Claire 20)

CLAIRE: La biblioteca è fresca e odora di detergente per moquette anche se i pavimenti mi sembrano di marmo. Firmo il registro dei visitatori:" Claire Adshire, 11.15, 26/10/1991, Collezioni speciali". E' la prima volta che vengo alla biblioteca Newberry e adesso che ho varcato l'ingresso imponente mi sento eccitata. Le biblioteche mi fanno l'effetto delle mattine di natale, come se fossero grandi scatole piene di libri bellissimi. L'ascensore è fiocamente illuminato e quasi silenzioso. Mi fermo al terzo piano e riempio il modulo per la consultazione, poi salgo alle Collezioni Speciali. I tacchi dei miei stivali risuonano sul pavimento di legno.




Mondadori, 2008

giovedì 16 febbraio 2012

FACCIAMONDO di M. Ferri e R. Piumini (2010)











LA NEVE SE NE FREGA di L. Ligabue

Queste sono le prime dieci righe di Rose:



Sono nato a settantanove anni. Meglio non poteva andare. Ovvio che parlo per me. Uno quando parla, lo fa per sé. Gli altri di solito preferiscono nascite più lunghe. Tipo ottantacinque o novantadue anni. Poi, naturalmente, si beccano quella che gli danno. Gli altri sono gli altri. La mia è stata una nascita perfetta.
Non ci vuole un cervello di tre chili per capire che i nati intorno ai novant'anni qualche incoveniente ce l'hanno. Tipo doverne aspettare quasi una ventina prima che il loro corpo si faccia un po' vivo.



LA STRADA di C. McCarthy

Queste sono le prime dieci righe di Isabella:


Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per tocare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il telo di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era.




LA VERA STORIA DI ANNA DAI CAPELLI ROSSI di L. M. Montgomery

Queste sono le prime dieci righe di Ario79:


La casa della signora Lynde si trovava proprio dove la strada principale di Avonlea si tuffava in una piccola valle orlata di ontani e disseminata di prati fioriti e attraversata da un torrente che nasceva alquanto lontano, là nel bosco dove vivevano i Cuthbert. Esso era dapprima un ruscelletto vivace e tortuoso, con segrete sorgenti e cascatelle, ma nel punto in cui scorreva vicino alla casa di Rachel si era trasformato in un torrentello tranquillo e composto, perchè neppure un torrente osava scorrere sotto gli occhi di Rachel Lynde senza la dovuta decenza e il giusto decoro. Era probabilmente cosciente che la signora Lynde stava seduta alla finestra, tenendo d'occhio qualunque cosa passasse di lì (...).




IL DIO DELLE PICCOLE COSE di A. Roy

Queste sono le prime dieci righe di lulu67:


Maggio ad Ahemenem è un mese caldo, meditabondo. Le giornate sono lunghe e umide. Il fiume si ritira e corvi neri si rimpinzano di manghi lucidi sugli alberi verdepolvere, immobili. Maturano le banane rosse. Si spaccano i frutti dell'albero del pane. Mosconi viziosi ronzano vacui nell'aria fruttata. Poi si schiantano contro i vetri delle finestre e muoiono, goffamente inermi sotto il sole.
Le notti sono limpide, ma soffuse di un'attesa fosca e pigra.
Con l'inizio di giugno, però, arriva il monsone da sudovest, portando tre mesi di vento e pioggia, con brevi incantesimi di sole aspro e brillante (...).



Le Fenici, 2008

FUTBOL BAILADO di A. Garlini

Queste sono le prime righe di Chiara:


16 marzo 1975, Parma.
In un grande spiazzo di terra nei pressi di Roncoferrato, tra Parma e Mantova, c'è un raduno di mongolfiere. Il fuoco sta entrando nei palloni, l'aria calda li sta gonfiando, tra poco voleranno nel cielo spinti dal vento.
Nella verde campagna si Casarsa della Delizia, un piccolo paese nella pianura friulana, molti anni prima, si poteva ammirare una rustica fontana fatta d'amore, che stillava acqua limpida e pura.
Una fontana nascosta da migliaia di rose spinose.
Il tempo torna sempre sui suoi passi e trova una spiegazione all'inspiegabile.



MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO di J. S. Foer

Queste sono le prime dieci righe di Raffaella:


E un bollitore per il tè? Con il beccuccio che, all'uscita del vapore, si apre e si chiude come una bocca e sibila belle melodie, o recita Shakespeare, o semplicemente si scompiscia dal ridere con me.
Potrei inventare un bollitore che legge con la voce di papà, così riuscirei ad addormentami, o magari un intero servizio di bollitori che cantano il ritornello di Yellow Submarine, una canzone dei Beatles, che mi piacciono perché l'entomologia è una delle mie raisons d'etre, un'espressione francese che conosco. Sarebbe bello anche allenare il mio ano a parlare mentre tiro le scoregge. A voler essere proprio spiritoso al massimo, potrei insegnargli a dire: "Non sono stato io!".


Guanda, 2005

UN SEGNO INVISIBILE E MIO di A. Bender

Queste sono le prime dieci righe di DelleVolte:


Il giorno del mio ventesimo compleanno mi sono comprata un'ascia.
E' stato il più bel regalo che avessi avuto da dieci anni a quella parte. Prima di vederla luccicare appesa alla parete del negozio di ferramenta come un amante di legno e acciaio, avevo completamente rinunciato all'idea di festeggiare il mio compleanno.
Il giorno del diciannovesimo mamma mi aveva sbattuta fuori di casa.
Il giorno del diciottesimo avevo fatti una festa per due persone. Dopo un'oretta entrambe dissero di avere un'allergia e andarono a casa starnutendo.



martedì 14 febbraio 2012

IL CODICE DELL'ANIMA di J. Hillman

Queste sono le prime dieci righe di Monica Dal Molin:


Ci sono più cose nella vita di ogni uomo di quante ne ammettano le nostre teorie su di esse. Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo "qualcosa" lo ricordano come un momento preciso dell'infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un'annunciazione: Ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono.
Questo libro ha per argomento quell'annuncio.


Adelphi, 2001

NOVECENTO di A. Baricco

Queste sono le prime dieci righe di Antonella:


Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa... e la vedeva. E' una cosa difficile da capire. Voglio dire... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi... Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo... la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva.



METAFISICA DEI TUBI di A. Nothomb

Queste sono le prime dieci righe di melassa:


In principio era il nulla. E questo nulla non era né vuoto né vacuo: esso nominava solo se stesso. E Dio vide che questo era un bene. Per niente al mondo avrebbe creato alcunché. In nulla non solo gli piaceva, ma addirittura lo appagava totalmente.
Dio aveva gli occhi perennemente aperti e fissi. Se anche fossero stati chiusi nulla sarebbe comunque cambiato. Non c'era niente da vedere e Dio non guardava niente. Era pieno e denso come un uovo sodo, di cui possedeva anche la rotondità e l'immobilità.
Dio era soddisfazione assoluta, non desiderava niente, non aspettava niente, non (...).


Guanda, 2007


VENUTO AL MONDO di M. Mazzantini

Queste sono le prime dieci righe di Ruben:


Il viaggio della speranza... parole residue, tra le tante in fondo alla giornata. Le ho lette in farmacia, su un bussolotto di vetro accanto alla cassa, c'era l'asola per infilare i soldi e la fotografia di un bambino appiccicata con lo scotch, uno di quelli da portare lontano per tentare un'operazione, un viaggio della speranza, appunto. Mi giro sul cuscino, macino respiri sonori. Guardo il corpo di Giuliano, fermo, pesante. Dorme come dorme lui, supino, a torso nudo. Dalla bocca ogni tanto cava fuori un piccolo grugnito, come una bestia placida che scaccia moscerini.


Mondadori, 2008

UNA VITA COME LE ALTRE di A. Bennett

Queste le prime dieci righe del Viaggio Emotivo:


C'è un bosco, il canale, il fiume e sopra il fiume la ferrovia e la strada. E' la prima campagna vera e propria che si incontra a nord di Leeds, e tornando a casa in treno ci passo spesso. Però adesso guardo. Ci sono passato per anni senza guardare perché non sapevo che fosse un posto, che vi fosse accaduto qualcosa che lo aveva reso un posto, e tanto meno un posto che mi riguardasse. Sotto il bosco l'acqua è profonda, scura, e a volte c'è un ragazzino che pesca o una coppia che porta a passeggio un cane. Dev' essere un luogo di interessa panoramico.
Probabilmente lo era anche allora.


Adelphi, 2010

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di J. Austen

Queste sono le prime dieci righe di L557:


E' verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi.
Per poco noti che siano i sentimenti o le mire di un uomo di tal sorta, questa verità è così solidamente radicata nella mente delle famiglie circostanti, che subito, al suo primo apparire, in una cerchia di vicini, egli viene considerato di diritto di proprietà dell'una o dell'altra delle loro figliole.
"Mio caro Mr Bennet", gli disse un giorno la sua signora, "hai saputo che finalmente Netherfield Park è stato affittato?".
Mr. Bennet rispose di no,


Bur, 2006

lunedì 13 febbraio 2012

STORIA DELLA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO' A VOLARE di L. Sepùlveda

Queste sono le prime dieci righe di Patrizia:


"Banco di aringhe a sinistra!" annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con strida di sollievo.
Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c'era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe?


Salani, 1999

LA CASA DEL CONIGLIO BIANCO di M. Parent

Queste sono le prime dieci righe di Alessandra:


La radio è accesa e sta trasmettendo musica country. Il volume è basso e tranne qualche frase del tipo il mio cuore si spezza..., o mi manca ancora... si sente solo il dolce ronzio di una chitarra elettrica. E' un suono gradevole he mi distrae dal ticchettio che le mie dita fanno sui tasti del computer. Mi sono sistemato in una stanzetta del vecchio capanno che abbiamo restaurato. In un angolo c'è un ventilatore che soffia aria fredda contro la stufa, per evitare che il caldo salga tutto verso il soffitto.



OGNI MATTINA A JENIN di S. Abulhawa

Queste sono le prime dieci righe di :


Amal avrebbe voluto guardare meglio negli occhi del soldato, ma la bocca del fucile automatico contro la fronte non glielo permetteva. Era sufficientemente vicina per vedere che portava le lenti a contatto. Si immaginò il soldato curvo sullo specchio che infilava le lenti negli occhi prima di vestirsi e andare a uccidere. Che strano, pensò, quello che ti viene in mente tra la vita e la morte. 
Si domandò se i soldati si sarebbero dichiarati pentiti dell'uccisione "accidentale" di una cittadina americana. O se la sua vita sarebbe finita nel marasma del "danno collaterale".



VERONIKA DECIDE DI MORIRE di P. Coelho

Queste sono le prime dieci righe di caty:


L'11 novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi. Riordinò accuratamente la camera che aveva affittato presso un convento di suore, spense la stufa, si lavò i denti e si coricò.
Dal comodino prese quattro confezioni di compresse per dormire. Invece di scioglierle nell'acqua, decide di inghiottire una pasticca dopo l'altra, perché esiste un'enorme distanza tra l'intenzione e l'atto, e lei voleva essere libera di pentirsi a metà strada. Eppure, a ogni compressa che inghiottiva, si sentiva sempre più convinta: dopo cinque minuti, le scatole erano vuote.
Visto che non sapeva esattamente dopo quanto tempo avrebbe perso conoscenza, aveva posato sul letto il numero di quel mese della rivista francese Homme, da poco arrivato nella biblioteca in cui lei lavorava. Benchè non avesse nessun interesse particolare per l'informatica, sfogliando il giornale aveva scoperto un (...).


Bompiani, 1998

domenica 12 febbraio 2012

SOGNAVO L'AFRICA di K. Gallmann

Queste sono le prime dieci righe di mammachegiochi:


Spesso, nell'ora del giorno in cui l'erba della savana si vela d'argento, e pallido oro orla i profili delle colline, con i miei cani guido fino al sommo del Mukatan, per guardare il tramonto al di là del lago, e le ombre della sera discendere sopra le valli e pianure dell'altipiano di Laikipia.
Qui, all'estremo confine della grande Rift Valley, come una sentinella sul precipizio, cresce un albero d'acacia curvato da venti senza tempo.
Quell'acacia è mia amica, e siamo sorelle.
Mi appoggio al suo tronco, rugoso e grigio come il corpo di (...).


Mondadori, 1991

sabato 11 febbraio 2012

ZIO TUNGSTENO di O. Sacks

Queste sono le prime dieci righe di mammozza:


Molti dei miei ricordi d'infanzia sono legati ai metalli - come se avessero esercitato su di me un potere immediato. Spiccando sullo sfondo di una realtà eterogenea, si distinguevano per la lucentezza, il bagliore, l'aspetto argenteo, la levigatezza, il peso. A toccarli erano freddi, e quando venivano percossi risuonavano.
Mi piaceva il giallo dell'oro, e quel suo essere così pesante. Mia madre si sfilava dal dito la fede nuziale e me la lasciava tenere in mano per un po' mentre mi parlava della sua inviolabilità, di come non s'annerisse mai.


Adelphi, 2002

LA CUSTODE DI MIA SORELLA di J. Picoult

Queste sono le prime dieci righe di Stefania:


Nel mio primo ricordo ho tre anni e sto tentando di uccidere mia sorella. Talvolta l'immagine è così nitida che sento ancora la federa ruvida sotto la mia mano, la punta affilata del suo naso che preme contro il mio palmo. Non aveva la minima probabilità di scamparla, ovviamente, eppure non funzionò. Entrò mio padre per rimboccarci le coperte e la salvò. Mi ricondusse a letto. "Faremo come se non fosse mai accaduto", mi disse.
Crescevamo, e sembrava che il non esistessi, se non in relazione a lei. La guardavo dormire nella nostra stanza, un'unica lunga ombra congiungeva i nostri letti, e pensavo a tutti i modi possibili. Veleno, sparso sui cereali della colazione. Un'onda anomala sulla spiaggia. Un fulmine improvviso.
Ma alla fine non uccisi mia sorella. Lei fece tutto da sola.
O, almeno, è quello che mi racconto.


Corbaccio, 2009

AL CUORE DELL'HAREM di E. Chimenti

Queste sono le prime dieci righe di Pia:


Si Bu Gemà era shaùsh alla legazione francese. Portava con dignità l'ampio mantello blu dei cavalieri makhàznie nei giorni di festa appuntava numerose decorazioni sul candore della sua tunica di gala. Intelligente, coraggioso, devoto, l'usciere obbediva ciecamente ai suoi capi e avrebbe volentieri donato la vita per coloro che, nella sua lingua approssimativa, chiamava "li Francais" e che amava e ammirava più di ogni altra cosa.
Per questo gli venivano affidati incarichi importanti e missioni delicate.



venerdì 10 febbraio 2012

NON ORA, NON QUI di E. De Luca

Queste sono le prime dieci righe di Simoff:


Finché ebbe luce negli occhi, mio padre fece fotografie. Un intero scaffale si riempì di immagini nostre riprese nelle circostanze speciali come nelle comuni. Duroò dieci anni, non di più, la raccolta: gli anni del primo benessere e della caduta della sua vista.
Resta così documentata fino al dettaglio una sola età, forse l'unica che sono riuscito a dimenticare. Gli album, gli archivi non mi sorreggono la memoria, invece la sostituiscono.



LA PORTA di M. Szabò

Ecco le prime dieci righe di Stima di Danno:


Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi. Da bambina, o da ragazza, non facevo sogni, né belli né brutti, è la vecchiaia che mi trasporta senza sosta un orrore impastato di detriti del passato, che mi travolge con la massa via via sempre più compatta, sempre più opprimente, un orrore più tragico di ogni esperienza reale perché le cose che vedo nell'incubo non le ho mai vissute sul serio. E mi sveglio urlando.


Einaudi, 2005

DIARIO DI SCUOLA di D. Pennac

Cominciamo dall'epilogo: la mamma, quasi centenaria, guarda un film su un autore che conosce bene. Si vede l'autore a casa sua, a Parigi, circondato dai suoi libri, nella sua biblioteca che è anche il suo studio. La finestra dà sul cortile di una scuola. Baccano della ricreazione. Si viene a sapere che per un quarto di secolo l'autore ha esercitato la professione di insegnante e che ha scelto questo appartamento affacciato sui cortili di due scuole un po' come un ferroviere andasse in pensione sopra una stazione di smistamento.


Feltrinelli, ed. 2010
trad. Y. Melaouah

giovedì 9 febbraio 2012

L'UOVO ALLA KOK di A. Buzzi (1979)

Era una bella giornata di primavera, il cielo, come dice Ferravilla, era del colore della cartasciuga. Faceva caldo, sembrava di essere laggiù... a Mérida, nello Yucatan (Messico). Traversai il patio dell'albergo; in mezzo al prato c'era un pozzo finto con appollaiati sopra in permanenza due grandi pappagalli, a troppi colori. Nella strada abbagliante di sole, con le ombre nere e corte del mezzogiorno, fermai una carrozzella strettissima (esisteva solo di profilo) e mi feci portare ai Dos Tulipancitos...


Adelphi, 2002

mercoledì 8 febbraio 2012

COME DIVENTARE UN ESPLORATORE DEL MONDO di K. Smith





Corraini, ed. 2011
trad. G. Polizzi




TRILOGIA DELLA CITTA' DI K. di A. Kristof (1986)

Arriviamo dalla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il gorsso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.
Camminiamo a lungo. La casa di Nonna è lontana dalla stazione, all'altro capo della Piccola Città. Qui non ci sono tram, né autobus, né macchine. Circolano solo alcuni camion militari. I passanti sono pochi, la città è silenziosa. Si può udire il rumore dei nostri passi; camminiamo senza parlare, nostra Madre tra noi due.


Einaudi, ed. 1998