giovedì 22 novembre 2012

I DIRITTI DELLA NATURA di C. Cullinan

Era una limpida mattina d'Africa, fresca di pioggia notturna. Nel calore del sole mattutino i lucenti ibis hadada pulivano le penne tra le acacie e la terra fumava lieve. Mentre tornavo a piedi verso l'hotel di Lilongwe, nel Malawi, dopo una riunione, notai un piccolo formicaio vicino al sentiero. La pioggia aveva ammorbidito la cupola protettiva esterna e un passante aveva dato un calcio a una parte grande come un cranio e aveva scoperchiato la corteccia delle gallerie scure e fredde al suo interno. Le pallide termiti lavoravano rapide e decise per riparare il danno e fermare la luce del sole che filtrava e che si stava scaldando velocemente.


tr. D. Sapienza

venerdì 9 novembre 2012

LO SPRECO di G. A. Stella

Un bel giorno di gennaio del '43 Dionisio Pulido, un campesino messicano, sentì un gran botto. Corse fuori e sbarrò gli occhi terrorizzato: proprio in mezzo ai suoi campi si era aperto un buco che brontolava buttando fumo e lava. Il giorno dopo sporgeva già un cono di sei metri. Che continuò a crescere per giorni e giorni, settimane e settimane, mesi e mesi. E divorò campagne ed inghiottì villaggi. Finchè, raggiunta l'altezza di 427 metri e battezzato col nome di Paricutìn, poiché anche i nuovi vulcani hanno diritto a essere battezzati, sembrò a poco a poco quietarsi. Non dà segni di vita dal 1952.


- fuori catalogo -


lunedì 29 ottobre 2012

LA BAMBINA BELLA E IL BAMBINO BULLO di V. Lamarque

La bambina innamorata di Harry Potter

Era una bambina innamorata persa di Harry Potter. A un anno aveva già letto il volume n. 1, a due anni il n. 2, a tre il n. 3, a 4 il 4, a 5 il 5, a 6 il 6 eccetera. Non ricordo quanti sono. 
E ora non ditemi che a un anno non si sa leggere, se no non siete lettori, siete cercatori di pulci, chiudete pure questo libro e amici come prima.


Einaudi, ed. 2009

lunedì 1 ottobre 2012

IL SECOLO BREVE di E. J. Hobsbawm

In memoria.

Nessuno può scrivere la storia del ventesimo secolo allo stesso modo in cui scriverebbe la storia di qualunque altra epoca, se non altro perché non si può raccontare l'età della propria vita allo stesso modo in cui si può (e si deve) scrivere la storia di periodi conosciuti solo dall'esterno, di seconda o di terza mano, attraverso le fonti dell'epoca o le opere degli storici successivi. L'arco della mia vita coincide quasi interamente col periodo di cui tratta questo libro e per la maggior parte di essa, dalla prima adolescenza fino ad oggi, sono stato consapevole degli avvenimenti pubblici, vale a dire ho accumulato opinioni e pregiudizi che derivano dalla mia condizione di contemporaneo più che da quella di studioso.


Rizzoli, 1994
trad. B. Lotti

martedì 4 settembre 2012

IL LUPO DELLA STEPPA di H. Hesse

Questo libro contiene le memorie lasciate da quell'uomo che, con un'espressione usata sovente da lui stesso, chiamavamo il "lupo della steppa". Non stiamo a discutere se il suo manoscritto abbia bisogno di una prefazione introduttiva; io in ogni caso sento il bisogno di aggiungere ai fogli del Lupo della steppa alcune pagine dove tenterò di segnare i ricordi che ho di lui. E' poca cosa quello che so, e specialmente il suo passato e la sua origine mi sono ignoti. Tuttavia ho avuto della sua persona un'impressione forte e, devo dire, nonostante tutto simpatica.


Mondadori, ed. 2006
trad. E. Pocar

mercoledì 6 giugno 2012

FILASTROCCHE IN CIELO E IN TERRA di G. Rodari

Il dittatore

Un punto piccoletto,
superbioso e iracondo,
"Dopo di me - gridava - 
verrà la fine del mondo!"

Le parole protestarono:
"Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto-e-basta,
e non è che un Punto-e-a-capo".

Tutto solo a mezza pagina
lo piantarono in asso,
e il mondo continuò
una riga più in basso.


Einaudi Ragazzi, ed. 1996

domenica 6 maggio 2012

DISOCCUPAZIONE CREATIVA di I. Illich (1978)

Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono sopravvento e vengono soppresse le libertà. Come i malati, i paesi diventano casi critici. Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire 'scelta' o 'punto di svolta', ora sta a significare: "Guidatore, dacci dentro!" Evoca cioè una minaccia sinistra, ma contenibile mediante un sovrappiù di denaro, di manodopera e di tecnica gestionale. Le cure intensive per i moribondi, la tutela burocratica per le vittime della discriminazione, la fissazione nucleare per i divoratori di energia sono, a questo riguardo, risposte tipiche.


trad. E. Capriolo

martedì 1 maggio 2012

IL MESTIERE DI VIVERE di C. Pavese

Che qualcuna delle ultime poesie sia convincente, non toglie importanza al fatto che le compongo con sempre maggior indifferenza e riluttanza. Nemmeno importa molto che la gioia inventiva mi risca qualche volta oltremodo acuta. Le due cose, messe insieme, si spiegano coll'acquisita disinvoltura metrica, che toglie il gusto di scavare da un materiale informe, e insieme interessi miei di vita pratica che aggiungono un'esaltazione passionale alla meditazione su certune poesie.
Conta invece questo, che sempre più inutile e indegno mi pare lo sforzo (...).



lunedì 30 aprile 2012

NON SPRECARE di A. Galdo

Una tavola apparecchiata tre volte al giorno per 620.500 persone. Colazione, pranzo e cena. Primo, secondo, frutta e dolce: un conto, se ci fosse un cameriere a consegnarlo, di almeno un miliardo di euro. Lo spreco del cibo nella catena della grande distribuzione alimentare in Italia è fatto di grandi numeri, a partire da quanto si potrebbe risparmiare soltanto recuperando le 240.000 tonnellate di prodotti invenduti. Un potenziale albero della cuccagna, montato e smontato ogni giorno, alle prime luci dell'alba, nelle retrovie di un qualsiasi grande magazzino.


Einaudi, 2011

lunedì 23 aprile 2012

IL MIO MONDO A TESTA IN GIÙ di B. Friot

Ogni lunedì è la stessa cosa. C'è il tema: "Raccontate la vostra domenica". E' uno strazio perché a casa mia la domenica non succede mai niente: andiamo dai nonni, non facciamo niente, mangiamo, non facciamo niente un'altra volta, rimangiamo, ed è finita.
Quando l'ho raccontato per la prima volta, la maestra mi ha dato "Insufficiente". La seconda volta ho addirittura preso zero.
Fortunatamente, una domenica, mia madre si è tagliata il dito affettando l'arrosto di agnello. C'era un sacco di sangue sulla tovaglia. Era disgustoso. L'indomani ho raccontato tutto nel mio tema e ho preso "Molto bene".


Il Castoro, 2008
trad. R. Pavone

sabato 14 aprile 2012

VERBALE SCRITTO di B. Munari

Quando qualcuno dice:
questo lo so fare anch'io,
vuol dire
che lo sa Rifare
altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
*
Rubando il pennello a Raffaello
non si diventa grandi pittori.
*
Gli altri siamo noi.
*
Quando tutto è Arte
niente è Arte.


Corraini, 2008

venerdì 13 aprile 2012

UNA SCRITTURA FEMMINILE AZZURRO PALLIDO di F. Werfel

La posta giaceva sul tavolo della prima colazione. Una notevole pila di lettere, perché avendo Leonida da poco festeggiato il suo cinquantesimo compleanno arrivavano ancora ogni giorno gli auguri dei ritardatari. Leonida si chiamava proprio Leonida. Per quel nome opprimente non meno che eroico poteva dir grazie a suo padre, che a parte questa eredità, da povero insegnante di ginnasio qual era, non gli aveva lasciato altro che un'interna collezione di classici greci e latini, nonché dieci annate dei "Tubinger altphilologische Studien".


Adelphi, 1997
trad. R. Colorni

martedì 3 aprile 2012

L'ARMATA DEI FIUMI PERDUTI di C. Sgorlon (1983)

Dopo i fatti di luglio parve a Marta che ogni cosa fosse per cambiare e che la fine della guerra stesse ormai a portata di mano. Ogni giorno si chiedeva perché i nuovi governanti non si decidessero a firmare la pace, dal momento che non restava altro da fare, e proprio per questo il governo precedente era stato abbattuto. Ma l'accadere di ogni giorno è una cosa e la logica è un'altra, e raramente coincidono. Perciò Marta non riusciva neppure a trovar parole per tranquillizzare la signora Esther, nella cui casa viveva da moltissimi anni.


Mondadori, 1987

OPERE di D. Campana

Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'Agosto torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mobili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano di un canneto lontane forme ignude di adolescenti e il profilo e la barba giudaica di un vecchio: e a un tratto dal mezzo dell'acqua morta le zingare e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeso il corso.


Tea, 1989
a cura di S. Vassalli e C. Fini

lunedì 26 marzo 2012

CHE COS'E' UN BAMBINO? di B. Alemagna

Un bambino è una persona piccola. E' piccolo solo per un po', poi diventa grande.
Cresce senza neanche farci caso.
Piano piano e in silenzio, il suo corpo si allunga.
Un bambino non è un bambino per sempre.
Un bel giorno cambia.

I bambini hanno fretta di diventare grandi.
Alcuni bambini crescono, sembrano felici e pensano: "Che bello essere grandi, essere liberi, decidere tutto da soli!"
Altri bambini, diventati adulti, pensano esattamente il contrario: "Che fatica essere grandi, essere liberi, decidere tutto da soli!".



IL FILO DELL'ORIZZONTE di A.Tabucchi

In Memoria

Per aprire i cassetti bisogna girare la maniglia a leva, premendo. Allora la molla si sgancia, il meccanismo scatta con un lieve clic metallico, si mettono automaticamente in movimento i cuscinetti a sfera, i cassetti sono leggermente inclinati e scorrono da soli su piccole rotaie. Prima appaiono i piedi, poi il ventre, poi il tronco, poi la testa del cadavere.



UN BAULE PIENO DI GENTE - Scritti su Fernando Pessoa di A. Tabucchi

In memoria.

C'è, subito, qualcosa di eccessivo nella biografia di questo portoghese che col passare degli anni rischia di diventare uno dei più importanti poeti del Novecento: qualcosa di troppo eccessivo per non isospettire, anzi allarmare chi si metta sulle sue tracce. E' un eccesso per difetto; è la totale mancanza di indizi o, se si vuole, l'evidenza fatta paradigma, l'alibi perfetto: qualcosa che fa pensare al nascondiglio nell'ostentazione della lettera rubata di Poe che nella fattispecie significa un eccesso di anonimato, una quintessenza di banalità.



mercoledì 14 marzo 2012

IL PICCOLO PRINCIPE di A. De Saint-Exupery

Queste sono le prime dieci righe di Lisa:

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. 
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. 
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. 
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”. 
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. 
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. 
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. 
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” . 
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. 
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. 
Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. 
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. 
Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. 
Fu cosi’ che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore. 
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato. 
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. 





domenica 11 marzo 2012

COSI' E' LA VITA di C. De Gregorio

Queste sono le prime dieci righe di Annalisa:



Le cose migliori che mi sono successe negli ultimi tre anni sono state a un funerale. Incontri, viaggi, emozioni, sorprese scoperte e allegrie, riso nel pianto e luce nel lutto. Ho ritrovato amici e amori, ho sentito cantare bambini muti e ragazzi sordi suonare il violoncello, ho scoperto semi di albero preziosi come l’oro. Ho visto gente fidanzarsi, bambini parlare da filosofi. Mi sono sempre chiesta, ogni volta, perchè non avessi portato la telecamera. Perchè mai non si filmano i funerali che sono l'unico momento della vita dove davvero si ricompone la vita intera: si incontrano su un prato o su un sagrato le mille tessere dell'esistenza, epoche diverse e sconosciute tra loro, la maestra delle elementari e l'ultimo collega, quello che "da ragazzi siamo stati insieme in campeggio all'Elba" e il capufficio, l'amica della nonna, la figlia dell'amica, l'amante, gli amanti le mogli e i mariti, generazioni di allievi e colleghi, il primo amore e l'ultimo, gli amici perduti e i nemici pentiti.


Einaudi, 2011




IL MARITO IN COLLEGIO di G. Guareschi

Queste sono le prime dieci righe di Flavia:


Ci fu a suo tempo, chi fece notare al signor Saffo Madellis che i casi erano due: o egli aveva sbagliato nome, o aveva sbagliato sesso. Non si sa che cosa rispondesse il nostro gentiluomo: è peraltro certo che il signor Saffo Madellis riuscì a trovare una Leonida Foulard, nobilissima fanciulla, e la sposò ristabilendo in un certo senso l'equilibrio.



BUR, 2011

IL MONDO DI SOFIA di J. Gaarder

Queste sono le prime dieci righe di silena:

Sofia Amundsen stava tornando da scuola. Aveva percorso il primo tratto di strada insiene a Jorunn e avevano parlato di robot. Secondo Jorunn, il cervello degli esseri umani era paragonabile a un computer assai sofisticato: Sofia però non era molto d'accordo. Un uomo doveva essere qualcosa di più di una semplice macchina.
Si erano separate davanti al grande centro commerciale. Sofia abitava ai margini di un'ampia zona residenziale formata da villette e la strada che doveva fare per andare a scuola era due volte quella di Jorunn.




Longanesi, ed. 2000