sabato 29 febbraio 2020

NULLA DI ORDINARIO su Wilsawa Szymborska di Michal Rusinek (2019)

Wisława Szymborska riteneva che non si dovesse telefonare a nessuno prima delle dieci del mattino. A meno che non fosse successo qualcosa di brutto. Perciò quando il 22 novembre 2011 mi telefonò alle nove, capii subito che il motivo era serio.
Vent'anni prima, alla vigilia della maturità, stavo andando in autobus a trovare una compagna di classe che moriva di cancro. Eravamo un gruppetto a farle visita a turno. PEr ciascuno aveva una richiesta. A me chiese di portarle le poesie della Szymborska.


Nulla di ordinario su Wisława Szymborska
di Michal Rusinek
Adelphi
trad. di Andrea Ceccherelli

sabato 22 febbraio 2020

IL LEVITATORE di Adriàn N. Bravi (2020)

Le storie delle mie levitazioni sono iniziate quasi trent'anni fa, in un modo del tutto incidentali. Avevo compiuto da poco quattordici anni ed ero un ragazzo piuttosto gracile, sempre con il mal di testa e il raffreddore addosso. A casa, in particolar modo mia nonna materna, mi aveva vietato di fare qualunque tipo di esercizio fisico per via dello streptococco, di cui credo di non aver mai sofferto, salvo un paio di polmoniti e una lontana scarlattina che mia aveva lasciato il torace simile a una fragola.


Il levitatore
di Adrian N. Bravi
Quodlibet

sabato 15 febbraio 2020

NOTTURNO DI GIBILTERRA di Gennaro Serio (2020)

Se fossi Pepe Carvalho, questo resoconto assumerebbe i contorni di un romanzo giallo velato di malinconia per il modno di merda che là fuori incanutisce indifferente: tanto malinconico da far dimenticare la trama gialla ma non abbastanza per seccare il lettore non incline ai facili languori (un lettore del genere è auspicabilmente alla ricerca di una trama gialla, pure se non alla spasmodica ricerca di scosse elettriche che lo facciano sobbalzare dal divano). Avrei una puttana luetica che si lagna sulle mie ginocchia e un confidente smandrappato che non mi dà un'imbeccata buona nemmeno se lo scanno (e allora perché me lo tengo come confidente? Così, perché sono un sentimentale).


Notturno di Gibilterra
di Gennaro Serio
L'Orma ed.

martedì 8 marzo 2016

IL PRINCIPIO DELL'AMORE di Maeve Brennan (1997)

In piedi, Rose aspettava che il ballo, un valzer, finisse. Si sentiva a disagio, così abbandonata, senza un compagno. Si chiese perché Hubert Derdon non fosse venuto a cercarla per chiederle se voleva ballare o andare in sala da pranzo a prendere qualcosa da mangiare. In sala da pranzo c'era un sacco di gente, ne era sicura, ma non voleva entrarci da sola. Avrebbe preferito restare seduta, più in disparte, ma lungo le pareti non c'erano sedie, solo sullo sfondo.


Il principio dell'amore
di Maeve Brennan
trad. Ada Arduini
BUR 
ed. 2007

lunedì 7 marzo 2016

LA PREDA di Irene Némirovsky (1938)

"Dove sta andando?".
"Cosa vuoi che ne sappia?... Con noi si comporta come un estraneo...".
La famiglia era riunita in salotto, una stanza di passaggio, con quattro porte sempre aperte, dalla quale si poteva tener d'occhio tutto quello che succedeva in casa. Le donne trattennero il fiato per cogliere il passo di Jean-Luc, ma lui era già lontano.
Laurent Daguerne mormoro:
"E' libero...".


La preda
di Irene Némirovsky
Adelphi edizioni
ed. 2012


domenica 6 marzo 2016

L'ISOLA DI ARTURO di Elsa Morante

Uno dei miei vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli.
Purtroppo, venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano cose puerili).


L'isola di Arturo
di Elsa Morante
De Agostini
edizione 1988

sabato 5 marzo 2016

LE AGGRAVANTI SENTIMENTALI di A. Pascale

Se questa storia cominciasse dall'alto vedreste, nella luce soffusa del tramonto, le chiome ampie dei lecci e quelle globose dei platani, poi uno spiazzo, quindi la statua di Garibaldi, al Gianicolo. Di fianco alla statua - spostate lo sguardo di pochi metri, su una panchina - c'è un uomo: è solo, ha il braccio destro disteso lungo lo schienale e guarda di fronte a sé.
Ah, quell'uomo sono io.
La mia famiglia è appena partita per il mare, fra una settimana li raggiungo. Ora ho un appuntamento, ma sono arrivato con notevole anticipo.



di Antonio Pascale
Einaudi
febbraio 2016

LA GIOIA DI SCRIVERE di W. Szymborska

Un tempo sapevamo il mondo a menadito:
- era così piccola da stare fra due mani,
così facile che per descriverlo bastava un sorriso,
semplice come l'eco di antiche verità nella preghiera.

La storia non accoglieva con squilli di fanfare:
hai gettato negli occhi acqua sporca.
Davanti a noi strade lontane e cieche,
pozzi avvelenati, pane amaro.

Il nostro bottino di guerra è la conoscenza del mondo:
- è così grande da stare fra due mani,
così difficile che per descriverlo basta un sorriso,
strano come l'eco di antiche verità nella preghiera.

1945



Wislawa Szymborska
a.c. Pietro Marchesani
Adelphi Edizioni
2016



mercoledì 29 ottobre 2014

LA STORIA DI UN MATRIMONIO di A. S. Greer

Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie. E li conosciamo davvero, anzi a volte siamo loro: a una festa, divisi in mezzo alla gente, ci troviamo a esprimere le loro opinioni, i loro gusti in fatto di libri e cucina, a raccontare episodi che non sono nostri, ma loro. Li osserviamo quando parlano e quando guidano, notiamo come si vestono e come intingono una zolletta nel caffè e la guardano mentre da bianca diventa marrone, per poi, soddisfatti, lasciarla cadere nella tazza. Io osservavo la zolletta di mio marito tutte le mattine: ero una moglie attenta.


Adelphi, genn. 2011
trad.  G. Oneto

sabato 25 ottobre 2014

IL GRANDE CIRCO DELLE IDEE di M. Bencnaan (2014)

E' uno di quei giorni di festa nazionale. I cittadini dormono nei loro letti fino a tardi, le guance rosee. Con i primi barlumi di coscienza pianificheranno il percorso verso la delizia: un barbecue nel grembo della natura.
Una sottile linea d'oro si traccia lontano nei cieli d'occidente, diventa una morbida fascia disegnata sopra l'orizzonte dell'acqua. Avanza velocemente verso la riva e si ispessisce in una rozza pennellata. L'universo di particelle che la compongono affretta il ritmo delle proprie oscillazioni. Con lo spuntare del giorno striscia sulla terraferma come un'orda di minuscoli granchi.


Giuntina, 2014
trad. di A. L. Callow

giovedì 30 gennaio 2014

ALFABETO POLI a.c. di L. Scarlini

AGGETTIVI
Me ne hanno dati tanti di aggettivi che non ne ascolto quasi più. Ogni generazione ha i suoi: un tempo mi dicevano di punta, di rottura, che forse sotto sotto voleva dire anche di palle. O di avanguardia e allora mi venivano in mente gli avanguardisti balilla. Mi piace ancora oggi la definizione che inventò Camilla Cederna: "il professorino che canta".



TUTTALPIU' MUOIO di F. Timi e Albinati

Nasco come tutti dalla mamma, come tutti a sette mesi dopo che la mamma per sbaglio si versa dell'acqua bollente sul pancione.
Neppure la pancia della mamma era un posto sicuro. Nasco terrorizzato.
Stavo nel mio bel mondo, nella pancia della mamma, quel mondo perfetto, dove io solo ci stavo, tranquillo a vivere e galleggiare, con il calore di un corpo tutto intorno e come cielo carne, la volta celeste era un immenso corpo che mi portava a spasso.


Fandango, ed. 2012

lunedì 20 gennaio 2014

FARE UN FILM di F. Fellini

Specialmente quando mi portano nella sala radiologica, mi sento un oggetto, una cosa. La sala, con le sue luci fredde, pare Mauthausen, oppure una sala di missaggio. Mi lasciano seminudo nella carrozzella; di là dai vetri i medici in camice bianco parlano di me, fumano, mi indicano tra loro con gesti che vedo e parole che non sento. I parenti degli altri malati mi passano accanto, nel corridoio, mi guardano seminudo: guardano l'oggetto.


Einaudi, ed. 1993